Spilli e coltelli in un rito di magia rossa?
Lo spillo tiene unito ciò che tecnicamente occorre durante la lavorazione di un rito d’amore.
Simbolicamente si può apporre all’ altezza del cuore del soggetto ricevente.
Ma non vi è nulla di negativo o dannoso in questa azione.
Con lo spillo si incidono le candele.
Si segue la tradizione esoterica in fin dei conti.
100 anni fa e ancora prima non vi erano molti ausili.
Chi non poteva procurarsi uno spillo?
L’ intenzione la assume nel momento in cui l’ operatore decide di invogliare e canalizzare la sua energia in luce piuttosto che in oscurità, affinché lo scopo prestabilito avvenga e l’incanto/rituale abbia effetto!
Utilizzare cose appuntite e/o taglienti in rituali, per incanti o per altre pratiche magiche non assume un vero “colore” se non appunto come dicevo quando si intende usare l’operazione e lo strumento per fare del male o del bene.
È come se dicessi che chi ha praticato magia verde ha utilizzato un bulino per tagliare delle parti di pianta, per procurarsi elementi che lo aiuterebbero in un rituale di bando.
Cosa dovrebbe essere in quel caso l’operatore esoterico un assassino?
Certo che no!
Procedo sempre con buone intenzioni e non alludo a fare altro.
L’energia oscura ha tutt’altro modalità e occorrono molte altre cose che non amo raffigurare.
Gli oggetti appuntiti proteggono, uniscono, non infilzano.
Il coltello/pugnale detto athame, è importantissimo per ” spezzare le energie ” o per dirigere i flussi di energia.
Inoltre se è necessario tagliare fisicamente qualcosa (come erbe che vengono raccolte per i filtri, corde, etc.).
Invoca l’energia e la allontana, controlla le entità e le forze invisibili, tiene a bada gli spiriti negativi impedendo loro di distruggere un incantesimo e attirando ed invitandoli ad assisterci durante lo svolgimento di un rituale.
Per concludere: io non sono una strega, non sono una wicca.
Pratico magia di luce!
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